Minestra Di Passatelli

Ingredienti:

Un litro di buon brodo di carne
25 grammi di midollo di bue (o una noce di burro)
100 grammi di pane di pasta dura, finemente grattugiato
Tre uova
120 grammi di parmigiano grattugiato
Noce moscata in polvere
Sale
Pepe.

Mettete il brodo in una pentola, sul fuoco bassissimo. Passate il midollo di bue al setaccio e raccoglietelo in una terrina. Lavoratelo quindi per pochi minuti con la lama larga di una spatola di metallo leggermente intiepidita. Unite il pane grattugiato, le uova, il formaggio grattugiato, un pizzico di noce moscata, sale e pepe; amalgamate tutti gli ingredienti in modo da ottenere un impasto omogeneo e piuttosto sodo. Adoperando l’apposito attrezzo (tradizionale)  per passatelli schiacciate la pasta sulla spianatoia, facendo uscire tanti cilindretti della lunghezza di circa tre centimetri, che staccherete poi con una punta dì un coltello, in alternativa all’attrezzo tradizionale per i passatelli potete usare uno schiacciapatate con i fori adeguati allo spessore desiderato. Disponeteli su un ripiano coperto da un tovagliolo, senza preoccuparvi eccessivamente se tenderanno ad attaccarsi tra loro. Lasciate cadere i passatelli nel brodo bollente e rigirate accurata-mente con il cucchiaio di legno. Quando il brodo riprende a bollire lasciateli cuocere per pochi secondi. Spegnete il fuoco e la-sciate riposare i passatelli per una decina di minuti, quindi serviteli ancora ben caldi.

attrezzo tradizionale per passatelli

Taralli All’Olio Extra Vergine D’Oliva

Ingredienti

  • 1kg farina (preferibilmente tipo 0)
  • 200cc olio extra vergine di oliva
  • 150cc acqua
  • 200cc vino bianco secco
  • finocchietto
  • 5gr lievito di birra secco (il doppio se fresco)
  • 3 cucchiaini di sale

 

impastare energicamente la farina con i liquidi  aggiungendo il finocchietto, il lievito e il sale fino ad ottenere un composto uniforme e lucido. Formare con la pasta un cilindro di circa 10 cm di diametro. Tagliare dal cilindro delle fettine di circa 1 cm che andremo a stendere sulla spianatoia (meglio di legno) senza aggiungere altra farina, formando dei cilindri di circa 2cm di spessore. Unendo le due estremita  dei cilindri con una pressione  daremo forma al tarallo. Nel frattempo avemo messo a bollire dell’acqua in una pentola capiente, immergiamo i taralli nell’aqua bollente e aspettiamo che vengano a galla prendiamoli con una schiumarola e mettiamoli ad asciugare e raffreddare su un canovaccio. Quando i taralli saranno raffreddati poniamoli in una teglia antiaderente e mettiamoli in forno a 180-200 gradi per circa mezz’ora, molto della cottura dipende dalle caratteristiche del  forno, per tanto é molto importante controllare i taralli , se si nota una cottura maggiore in basso mentre la parte superiore é ancora molto chiara (puó succedere nei forni a gas con la fiamma in basso) i taralli vanno rigirati.

PSICOLOGIA DI DESTRA E PSICOLOGIA DI SINISTRA

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Siamo sempre stati convinti che l’orientamento politico della gente fosse una prerogativa essenziale del libero arbitrio e della scelta cosciente. Abbiamo letto recentemente su queste pagine che la dicotomia destra-sinistra si riferisce dai tempi dell’Illuminismo a categorie ideologiche e filosofiche riassunte nella tendenza all’egualitarismo e al progresso a sinistra e alla differenziazione e alla tradizione a destra (vedi N. Bobbio, Destra e Sinistra, Donzelli, 1994). Studi recenti sembrano però rivelare fattori più profondi in questa scelta; vi sarebbero insomma alcune disposizioni psicologiche con profonde radici nella fisiologia e nella genetica a determinare la nostra tendenza politica a destra o a sinistra («Science», voi. 321, 19 sett. 2008, 1667-9). Baker, allievo di Wilhelm Reich, aveva individuato queste tendenze, che definì caratteriali, già negli anni 60 con la descrizione del carattere di destra e quello di sinistra (vedi E. Baker, L’uomo nella trappola, Astrolabio, 1973).

Psicologia di chi vota a destra

Per Baker il tipo caratteriale di destra descrive quelle persone che hanno inventato la destra politica e che spesso la votano; queste ideologie sono lo specchio di una struttura caratteriale, emozionale e neurobiologica: il carattere conservatore. Il conservatore è una persona propensa all’emozione più che al sentimento, alla reazione fisica più che intellettuale, al misticismo più che al meccanicismo. Non da ultimo è profondamente
selettivo nei contatti con i suoi simili (ecco la «diseguaglianza» di Bobbio). I valori a lui cari sono la libertà e l’indipendenza e in secondo piano la giustizia e la pace. Di conseguenza non ama l’intervento statale, rifugge dalle ingerenze esterne negli affari personali o che riguardano il suo stretto entourage, anche a scapito di tollerare alcune ingiustizie e qualche conflitto, che non disdice vista la sua natura fisica ed emozionale. Se si polarizza, le sue virtù diventano difetto, l’emozione si fa esplosiva, diventa brutale, totalitario e mistico (vedi le moderne teocrazie arabe), le caratteristiche psicologiche del fascista nero.

Psicologia di chi vota a sinistra

II tipo caratteriale di sinistra descrive invece quelle persone che hanno elaborato le ideologie politiche di sinistra e le votano; queste ideologie sono anch’esse lo specchio di una struttura caratteriale neurobiologica, e cioè il carattere progressista. Il progressista preferisce il sentimento all’emozione vera e propria, il raziocinio più che la reazione fisica (da qui la sua riluttanza ad ogni espressione fisica dell’aggressività); è tendenzialmente meccanicista e rifugge il misticismo. La sua propensione al collettivismo è diventata la sua bandiera. I valori a lui cari sono la pace e la giustizia e solo in seguito la libertà e l’indipendenza. È propenso al controllo delle ingiustizie soprattutto verso i meno privilegiati e alla regolamentazione dei conflitti,
anche a scapito della libertà e dell’indipendenza. Se si polarizza, la sua razionalità si trasforma in difesa intellettuale e menzogna fino a livelli di estrema sofisticatezza, diventa cinico, totalitario e meccanicista (tutti conosciamo l’aberrante cinismo del regime sovietico), le caratteristiche del fascista rosso. Nella realtà le cose non sono semplici e lineari: secoli di storia hanno fatto sì che molti caratteri conservatori si schierino a sinistra (si pensi alla Russia post-sovietica dove i nostalgici comunisti sono rappresentati soprattutto da caratteri conservatori) e molti progressisti si schierino a destra (molti ideologi delle moderne teorie della destra neo-conservatrice sono rappresentati da caratteri progressisti). Ciò nondimeno rimangono le tendenze ideologiche. Ma il problema dove sta? Sta nella polarizzazione dei due versanti. Destra e sinistra sono due modi di funzionamento neurobiologico, entrambi legittimi. Invece di convivere tendono ad eliminarsi a vicenda provocando malattie sociali dalle conseguenze spesso spaventose. I valori a cui noi tutti teniamo sono gli stessi, sia per i conservatori che per i progressisti, cambia solo il loro ordine di importanza. La polarizzazione, invece, lacera il comune denominatore fra le due tendenze ed è sempre dipendente dalla nevrosi individuale. Chi si polarizza è una persona nevrotica che scarica i propri problemi e il proprio odio inconscio sulla società, sono gli
pseudo-progressisti da una parte e i reazionari dall’altra. Questa è la vera scoperta di Baker. Nel passato, nella società autoritaria repressiva e compulsiva, non si riconoscevano «i nemici a destra» (i caratteri reazionari) con le ben note derive negli estremismi brutali di destra. Oggi nella società anti-autoritaria post-sessantottina, permissiva e impulsiva, rifiutiamo di vedere «i nemici a sinistra» (i caratteri pseudo-progressisti) con le caratteristiche derive nel cinico estremismo di sinistra (oltre ai regimi comunisti si pensi alla deriva della Rivoluzione francese con i suoi massacri). La polarizzazione è sempre sintomo di malattia dell’organizzazione sociale (e quindi un’organizzazione che perverte le leggi naturali dell’aggregazione degli individui) e per ciò altamente instabile: un’organizzazione sociale polarizzata può sfociare in un estremismo opposto alla tendenza del momento (aumento dei movimenti di estrema destra nell’attuale egemonia culturale di sinistra) o in un’infiammmazione verso gli estremi dell’ideologia del momento, in ogni caso niente di buono malgrado gli inni, le buone intenzioni e le sofisticate ideologie. Tutto ciò sembra un proclama politico per una scelta di centro. In verità è un proclama scientifico che ci ammonisce a riconoscere gli effetti devastanti che l’odio inconscio di certe nevrosi ha sull’organizzazione sociale umana. Alberto Foglia, dr. med. FMH psichiatria e psicoterapia

Paccheri prosciutto e gorgonzola

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  • Ingredienti:
  • 500gr di paccheri
  • 7-800gr di pomodori s.marzano da sugo (ben maturi)
  • 100 gr di prosciutto crudo di parma
  • 150 grammi di gorgonzola
  • parmigiano
  • pepe nero
  • uno spicchio d’aglio
  • Erba cipollina (in mancanza va bene anche un cipollotto o uno scalogno)
  • olio extravergine d’oliva
  • origano
  • vino bianco (di buona qualità)

Far soffriggere leggermente lo spicchio d’aglio tagliato in 4 parti nell’olio di oliva per alcuni secondi, aggiungere il pomodoro tagliato a cubetti piccolissimi, lasciare cucinare per 15-20 minuti aggiungere l’erba cipollina, dopo pochi minuti Aggungere 1/2 bicchiere (150cc circa) di vino bianco, lasciare cucinare a fuoco basso e con il coperchio, il sugo non deve perdere eccessivamente liquidi. Dopo altri 10 minuti (sempre a fuoco basso) aggiungere il prosciutto crudo spezzettato con una forbice da cucina, nel frattempo lessare i paccheri. é importante che i paccheri siano cotti al dente, e che il sugo mantenga una certa liquidita questo dipende dal contenuto d’acqua dei pomodori, ma in caso fosse necessario meglio aggiungere un ulteriore “goccio di vino” che acqua . Aggiungere i 150 gr di gorgonzola spezzettato al sugo, lasciare cucinare fino a quando il gorgonzola non è dissolto all’80%, salare se necessario, aggiungere un pizzico di origano, spegnere il gas al sugo e lasciare la pentola con il coperchio aspettando la cottura dei pacchieri.
Quando la pasta sarà al dente ( paccheri di buona qualità in genere sono al dente in 15 min) toglietela dal fuoco, scolatela e riponetela nella padella di cottura, aggiungere il sugo e “mantegate” il tutto a fuoco basso fino a quando i paccheri “al dente” (per qusto è importante che lo siano) abbiano assorbito una parte del liquido del sugo.
Servire con una spolverata di parmigiano, pepe nero, e una foglia di prezzemolo.

Zuppa di cozze alla napoletana

zuppa di cozzeIngredianti

  • 1kg di cozze
  • 1 scatola di pelati
  • 100cc di olio extravergine d’oliva
  • 2 spicchi d’aglio
  • succo di un limone
  • prezzemolo
  • sale, pepe
  • per accompagnare, delle fette di pane

Spazzolate e lavate bene le cozze in acqua corrente, lasciatele immerse per alcuni minuti in acqua acidulata con succo di limone. Ponetele in un tegame con un filo di olio d’oliva , su fuoco vivo perché si aprano. Man mano che le cozze si apriranno togliete i molluschi e metteteli in un piatto di portata che terrete al caldo. Filtrate il liquido rimasto nel tegame con una garza e tenetelo da parte. Mettete il pomodoro in una casseruola con l’olio, l’aglio tritato, il sale e il pepe. Fate cuocere a fuoco moderato per circa 20 minuti, aggiungere il prezzemolo tritato, il liquido delle cozze e lasciate cuocere per altri dieci minuti. Fate abbrustolire le fette di pane e versate su ognuna dell’olio. Coprite le cozze tenute in caldo con la salsa e servitele con le fettine di pane tostato.